giovedì 26 gennaio 2017

La figura e l'Opera di Calogero Messina in un Saggio esemplare di Vittorio Riera

di Tommaso Romano

Ideare e realizzare una biografia – itinerario e al contempo una indagine critica di respiro su un Autore vivente, è sempre e comunque una sorte di “impresa”. Da premettere che, da tempo, sostengo, operando in tal senso, sull’utilità assoluta di indagini e monografie sugli scrittori che ancora, fortunatamente per loro e per noi, hanno “lavori in corso” da consegnarci. La monografia di Vittorio Riera  su Calogero Messina si iscrive, autorevolmente, in questo contesto. Intanto per la statura dei due scrittori e studiosi.
L’uno, Riera, attento ai segni dei tempi, alla poesia, egli stesso brillante scrittore, critico di artisti come i Di Giovanni. L’altro, storico (allievo e curatore delle opere di Virgilio Titone), poeta, letterato, cultore di tradizioni sacre e popolari, ha al suo attivo una consistente bibliografia che spazia da Calpurnio Siculo a Voltaire, da Eugenio il Poeta a Giuseppe Ganci Battaglia, del settecento classicista e illuminista alla stesura di cronache di viaggi (la Spagna, la Grecia e la Francia, soprattutto). Il volume, edito da Herbita di Palermo, ma fuori commercio, prende abbrivio dal rapporto fondante  intessuto dal Messina (per 35 anni) con il Canonico De Gregorio  (1923 – 2006), benemerito storico della Diocesi agrigentina  e direttore  de “L’amico del Popolo”, un maestro e una guida per Calogero Messina, che è legatissimo pure a quei luoghi e a Santo Stefano di Quisquina (dove è nato e vissuto per i primi anni) e all’agrigentino.
Riera fonda, come pietra miliare, la prima parte della sua ricerca mettendo in rilievo, anche del punto di vista umano, il rapporto del Messina col canonico. Per quanto nodale, tuttavia, il titolo dell’intero volume poteva essere più comprensivo dell’intera opera del Messina, apparendomi, quello scelto, invero restrittivo, rispetto alla mole documentaria e all’inquadramento globale che Riera sviluppa a tutto tondo sul personaggio. Pagine esemplari sono quelle, ad esempio, del rapporto Titone-Messina, la devozione di quest’ultimo per un maestro di scienza e di vita, sempre ricordato e presente nella lezione metodologica che lo storico e letterato di Castelvetrano ha saputo trasmettere come visione di libertà e di autonomia dalle ideologie e dalle mode.
Messina ha pure realizzato, e se ne dà il giusto rilievo, una monumentale ricerca di storiografia municipale sulla specificità siciliana, attraversando e studiando tutti i centri dell’isola sotto diversi angoli visuali e storici, con una ricerca originale  del genius loci, piuttosto che partendo dal solito municipalismo sociologico, colmo di aride e ripetute cronache e statistiche. Opera ancora purtroppo inedita, per le difficoltà editoriali che la mole della stesura comporta. Non mancano, nell’indagine, le frequentazione del Messina con letterati e storici e i riscontri che la critica più avveduta ha giustamente dedicato a questo orgoglioso isolato della cultura siciliana che, appunto, meritava finalmente un libro come questo di Vittorio Riera. Ci si augura che in una prossima edizione possa essere accolta una bibliografia di e su Calogero Messina, utile per dare completezza e possibilità di ulteriori approfondimenti.
Conosco dalla mia giovinezza Messina e ho avuto il dono della sua frequentazione, specie negli anni Settanta. Ne riconosco il valore, la personalità, la grande serietà negli studi e negli approfondimenti. Sono stato inserito, con due acerbe poesie, nella sua bella e storica Antologia poetica “Voci di Sicilia” (1973), ho pubblicato come Thule il suo Manifesto Letterario  “L’Orma”, documento esemplare di stile e rigore culturale (presentato, con Giuseppe Ganci Battaglia, al primo, storico, Convegno Nazionale di Thule, al Jolly Hotel nel 1976, con vivo successo, come sottolinea lo stesso Riera).
Messina è pure Autore di un bel Proemio per la prima delle Antologie di Thule “Fragmenta” (da cui nel 1977 l’omonimo e tuttora fiorente  Premio Internazionale Fragmenta) nonché di una monografia sul pittore e restauratore siciliano Rosolino La Mattina, presentata al pubblico da Vincenzo Tusa nel 1976. A sua volta, ebbi modo di presentare la splendida e insuperata monografia del Messina, sulla figura e l’opera del Poeta delle Madonie, Giuseppe Ganci Battaglia, alla Palazzina Cinese di Palermo.
Ricordi vivissimi ancora, che hanno accompagnato, in poche ore, la lettura del libro di Riera, che ha mostrato – oltre la già evidenziata qualità critico – documentaria – una straordinaria capacità di sintesi, come in un variegato, eppur unitario, affresco d’insieme.


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