martedì 12 maggio 2015

I tempi ultimi fra modernità e Apocalisse

Nel giorno della romana Marcia della Vita, domenica 10 maggio, con quarantamila generosi partecipanti, resistenti al delitto d’aborto e all’ideologia nichilista, con un solo Cardinale impavido, Raimond Leo Burke, “il Corriere della sera” pubblica le esternazioni argentine di un certo arcivescovo Víctor Manuel Fernández accreditato di grandi competenze in alto loco e intervistato da Massimo Franco. Qualche perla: “La curia Vaticana? Non è essenziale, il Papa potrebbe pure andare ad abitare fuori Roma”; ”la Chiesa è il popolo di Dio guidato dai suoi pastori. Gli stessi cardinali possono sparire nel senso che non sono essenziali. Essenziali sono il Papa e il vescovi”; ”La chiesa è molto ascoltata nei dibattiti internazionali, e il leader mondiali la guardano con tanto rispetto”; “il Papa va piano perché vuole essere sicuro che i cambiamenti incidano in profondità (…) lui dice che il tempo è superiore allo spazio”; “bisogna sapere che lui punta a riforme irreversibili. Se un giorno intuisse che gli manca poco tempo e che non ne ha abbastanza, per fare quello che lo Spirito gli chiede, si può essere certi che accelererà”; “ il collegio dei vescovi è per servire il popolo”; “ la stragrande maggioranza del popolo è con Francesco e lo ama”. Che altezze spirituali, morali e intellettuali...! Facendo dire al Papa che il divenire è più importante dell’Essere. Quanto grande la mancanza di autentica carità e di rispetto per chi non consente. Quanta supponenza. In nome della misericordia dell’umano, tanto umano, che nulla ha a che fare con Divina Misericordia, si marginalizza la dottrina di sempre, la fedeltà i Valori non negoziabili, perfino il Vaticano II. Se il popolo applaude va tutto bene. È lo spirito del mondo, il trionfo delle piazze piene, il vero è nel consenso epidermico, nell’entusiasmo festaiolo, nel buonismo. Gesù e Barabba.
Resta a noi lo stordimento, l’incredulità, lo sgomento. 
Se poi si va a riprendere l’ultimo dei pronunciamenti della Conferenza Episcopale Svizzera, gemella di quella tedesca altrettanto perniciosa, sui temi etici, il tutto va anche, se possibile, peggio.
La coscienza, la sensibilità, la ragione, con tutta la Fede possibile, guardano piuttosto ai Tempi Ultimi, di cui nessuno parla e che già sono invece fra noi, a cui nessuno si dedica, a cui nessuno si prepara. Abbiamo poco da fare. Solo l’umile rivolgerci alla Parola di Gesù, che è l’unica Salvezza, che è possibile sempre. Scopriremo ben altro. Scopriremo così che una falsa, annunciata conversione di Raul Castro è, ad esempio, il frutto di una strisciante e ora nuovamente baldanzosa Teologia della Liberazione, sempre più sinistra e sempre più seguita teologicamente e pastoralmente non solo in Sud America, e su cui ha scritto una vigorosa, chiara confutazione Julio Loredo nel suo bellissimo e documentato volume Teologia della liberazione. Un salvagente di piombo per i poveri (Cantagalli, Siena, 2014). E constateremo ancora che una Emma Bonino viene abbracciata – senza neppure un filo di pentimento per le sue “ battaglie civili” – mentre i fedeli alla Tradizione alla Chiesa di sempre vengono emarginati e ghettizzati, quasi come appestati. Sia chiaro, chi scrive è dalla parte dei poveri, non certo per la povertà per tutti. 
Leggiamo allora gli atti degli Apostoli, leggiamo il Testamento, in particolare meditiamo Giovanni e l’Apocalisse. 
Solo Cristo è Via, Verità, Vita. A Lui, che tornerà come ci ha promesso, affidiamoci e prepariamoci. Non altro. 
A costo di essere e rimanere più soli di quanto siamo e ci sentiamo. 

Tommaso Romano

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